lunedì 26 giugno 2023

La storia della Birra I° PARTE: dal Big Bang al Medioevo

 Come è nata la birra e come ha fatto a diventare una delle bevande più amate a livello mondiale? Scopriamo insieme la sua storia con due articoli tradotti dal blog di The Grainfather.

GLI INIZI

Tutto ha avuto inizio con il Big Bang: da lì possiamo passare velocemente all'ultima era glaciale, perché la storia fino a quel momento non ha niente che valga la pena ricordare...non esisteva ancora la birra! Alla fine dell'ultima era glaciale, circa 11.700 anni fa, l'umanità si era già stabilita in molte parti del mondo. Il clima mutevole aveva reso l'attuale Medio Oriente una zona molto più vivibile per una grande varietà di vegetazione: esistono prove scientifiche che dimostrano che gli esseri umani potrebbero aver cominciato a far fermentare l'erba già 7000 anni fa. Tramite questi primi uomini, queste piante spontanee (probabilmente orzo e frumento) sono state selezionate e alla fine coltivate. L'alto contenuto di glutine e le bucce più spesse rendevano questo antico frumento più adatto alla panificazione, mentre un contento di glutine più basso e le bucce più sottili rendevano l'orzo più adatto alla fermentazione. Non abbiamo prove certe di come venne scoperta la tecnica dell'ammostamento (cioè la conversione enzimatica dell'amido contenuto nei cereali in zuccheri fermentabili), ma si suppone che possa essere stata scoperta a partire dalla maltazione (il processo con il quale si da inizio alla germinazione per poi bloccarla essiccando i chicchi), tecnica utilizzata per migliorare la conservazione e aumentare il valore nutrizionale dei cereali. Basta aggiungere i grani così trattati in un po' di acqua calda per ottenere in pochi minuti un brodo dolce e molto nutriente. Lo sviluppo e la coltivazione di cerali per la birra (e il pane) sono ritenuti dagli studiosi tra i principali fattori che hanno portato i primi gruppi di esseri umani a diventare stanziali e a formare villaggi e città.

LA BIRRA NELLE PRIME CIVILTÀ

La birra e il vino sembrano essersi sviluppati all'incirca nello stesso periodo, entrambi in Medio Oriente. Mentre il vino era considerato una bevanda di lusso, bevuta esclusivamente da nobili e ricchi, la birra era la bevanda del popolo: i Sumeri la chiamavano kaš , cioè “ciò che la bocca desidera”. Nella cultura sumera, la birra veniva prodotta dalle donne e per questo era logico che anche la divinità ad essa collegata (Ninkasi) fosse femminile. A quei tempi la birra era prodotta a partire dal malto d'orzo, che veniva cotto, macinato e compattato in torte, che venivano poi cotte per una maggiore caramellizzazione: questo procedimento dava inizio al processo enzimatico di conversione dell'amido in zuccheri fermentabili. Successivamente queste torte venivano immerse in acqua calda, dando il via, di fatto, a una sorta di vero e proprio mash. Per gli antichi Egizi invece la birra era una parte essenziale della vita e dell'aldilà. Molti templi avevano all'interno veri e propri birrifici, alcuni dei quali anche di dimensioni molto grandi: la birra, insieme al pane e alle cipolle, è considerata il combustibile con cui sono state costruite le piramidi! La “linea dell'uva” indica il limite settentrionale della coltivazione dell'uva in Europa e al tempo stesso il limite meridionale della coltivazione dell'orzo: a sud di questa linea c'erano le civiltà in cui era dominante il vino (prima i greci poi i romani), a nord di questa linea c'erano invece le civiltà in cui era la birra a dominare (lidi e frigi), ciascuna con la stessa divinità, del vino a sud e della birra a nord.

LA BIRRA NEL MEDIO EVO

Il Medioevo è il periodo in cui la birra è diventata la bevanda che conosciamo oggi, ma al tempo stesso con l'inizio della produzione finalizzata alla vendita ha avuto inizio anche la tassazione degli alcolici. Prima del Medio Evo (dal V al XV secolo) in Europa tutta la birra era prodotta senza luppolo, al posto del quale veniva usata una miscela di erbe e spezie chiamata “gruit”. Questo particolare mix era venduto ai birrifici dal Gruitretch, organo generalmente controllato dallo stato o dalla chiesa: questa pratica era già una precoce forma di tassazione della birra. La composizione del gruit era tenuta segreta per contrastare le imitazioni, ma dalle poche testimonianze che sono arrivate fino a noi possiamo supporre che fosse comporto da mirto, achillea, rosmarino e tutta una serie di erbe e spezie spontanee che si trovavano comunemente, come bacche di ginepro, cannella, zenzero e noce moscata. L'aggiunta del gruit tendeva a scurire le birre, infatti i birrai che lo usavano erano conosciuti come i “red beer brewers”. Il luppolo cominciò a diventare un ingrediente fondamentale della birra nelle città libere d'Europa (soprattutto in Germania) poiché tali città erano fuori dalla portata della chiesa e non erano quindi obbligate ad usare il gruit nelle proprie birre. Questi primi birrai tendevano ad utilizzare un'alta percentuale di frumento nelle loro ricette ed erano per questo conosciuti come “white brewers”. La birra luppolata si diffuse in tutta Europa e alla fine arrivò sulle coste della Britannia insieme al flusso di migranti fiamminghi dell'epoca. In questo periodo le birre prodotte con il gruit venivano chiamate “ale”, mentre le birre prodotte con il luppolo venivano chiamate semplicemente “birre”. Il successo della birra luppolata è dovuto principalmente all'azione conservativa del luppolo, il quale permetteva a birre anche poco alcoliche di conservarsi per alcuni mesi (invece che poche settimane) e per questo, a partire dal XVI secolo, tutte le birre cominciarono ad avere il luppolo tra i proprio ingredienti.


Se vuoi sapere quello che è successo dal Medioevo in poi (come si sono formati gli stili, il proibizionismo etc.) non perderti l'articolo "LA STORIA DELLA BIRRA II° PARTE: DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE A OGGI".




Credits: The Grainfather Blog


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