venerdì 30 giugno 2023

Il whirlpool: cos'è e come realizzarlo

 Il whirlpool è una tecnica che consiste nel creare un vortice all'interno della pentola dove si trova il mosto dopo la bollitura del luppolo in pellets  in modo da raccogliere nel centro della pentola stessa proteine e residui vari.
Per capire meglio come funziona basta pensare a questo esempio: chi di noi non ricorda al mare da piccoli di aver messo dell'acqua e della sabbia nel secchiello e poi con la paletta di averla girata vorticosamente? Alla fine quando l'acqua si fermava ci accorgevamo che la sabbia era finita tutta al centro del secchiello.
Il whirlpool viene praticato generalmente nei birrifici (che utilizzano per l'appunto luppolo in pellets) attraverso pompe, ma puo' essere realizzato anche a casa nella nostra pentola: con un mestolo abbastanza grande giriamo con forza il mosto sino a che non vediamo nella pentola un bel mulinello e poi togliamo il mestolo, aspettiamo 10-15 minuti e preleviamo il mosto dal rubinetto oppure con un sifone 
prelevando da un angolo: il mosto va fatto uscire lentamente e quando il livello si abbassera' vedrete che luppolo e/o proteine sono rimasti al centro.
Chi usa lo scambiatore di calore puo' effettuare questa operazione a caldo, chi invece usa la serpentina di raffreddamento deve effettuare questa operazione dopo il raffreddamento e dopo aver tolto la serpentina.
 In genere con il sistema del whirlpool si riesce a eliminare quasi completamente la maggior parte dei residui, se si vuole essere sicuri che nessun frammento di luppoli passi durante il travaso si consiglia l'utilizzo dell'apposito
 sacchetto filtrante per luppolo in pellets: applicandolo alla fine del tubo da cui travaserete la birra raccoglierà ogni più piccolo frammento.

Come eliminare i residui del luppolo in pellets

 


Il luppolo è commercializzato in due formati: coni o pellets. In particolare questi ultimi sono molto pratici da utilizzare, in quanto occupano meno spazio rispetto ai coni e riducono il rischio di ossidazione. In questo formato il luppolo viene polverizzato e poi compresso, senza l'aggiunta di nessun'altra sostanza. Una volta aggiunto nel mosto però perde la forma cilindrica, tornando luppolo polverizzato. Come faccio quindi a eliminare i residui di luppolo in pellets?  

COME ELIMINARE I RESIDUI DI LUPPOLO DOPO LA BOLLITURA

 Cono filtrante/cilindro filtrante per luppolo (Hop Spider): ottimo strumento da poter utilizzare durante la bollitura. Basterà agganciarlo al bordo della pentola e aggiungervi dentro le varie gittate del luppolo in pellets. Il luppolo non si disperderà, lasciando pochissimi residui. Puoi aggiungere il luppolo anche senza cilindro, ma saranno sicuramente necessarie le due tecniche seguenti per poterlo eliminare.

 • Tecnica del Whirlpool: a seconda del sistema di raffreddamento utilizzato va effettuato prima o dopo il raffreddamento del mosto: se utilizzi una serpentina a immersione o immergi la pentola in acqua fredda, dovrai effettuare il Whirlpool una volta terminato il raffreddamento; se utilizzi un sistema a controflusso dovrai effettuarlo a caldo, prima della fase di raffreddamento. Questa tecnica prevede di creare un vortice all'interno della pentola dove si trova il mosto, in modo da raccogliere nel centro della pentola stessa i residui del luppolo, le proteine e i residui vari. Hai mai giocato al mare con la sabbia, mettendola in un secchio d’acqua e facendola girare vorticosamente con una paletta? Alla fine, quando l’acqua si fermava, la sabbia era finita tutta al centro del secchiello. Il concetto del Whirlpool è lo stesso. Con questa tecnica si eliminano quasi completamente la maggior parte dei residui, per cui il mio consiglio è quello di effettuare sempre il Whirlpool. Per sapere come si fa clicca QUI per leggere l'articolo “Il Whirlpool: cos'è e come realizzarlo”.

 • Filtraggio durante il travaso: una volta raffreddato il mosto, si può filtrare i residui durante il travaso dalla pentola al fermentatore. Se applichi un sacchetto filtrante per il luppolo in pellets alla fine del tubo da cui travaserai la birra, questo raccoglierà ogni più piccolo granello di luppolo in pellets. Esiste anche il Bouncer, un ottima soluzione con filtro in acciaio che va collegata al rubinetto tramite tubo. È sempre bene però non affidarsi al solo filtraggio, effettuando prima almeno il Whirlpool   Si può quindi effettuare soltanto il Whirlpool o utilizzare tutte e tre le tecniche per rimuovere i residui del luppolo in pellets durante la bollitura. In questo caso avremo la sicurezza di aver eliminato completamente i granelli di luppolo.  

COME ELIMINARE I RESIDUI DI LUPPOLO IN PELLETS NEL DRY HOPPING

• Filtro durante la fermentazione: invece di aggiungere il luppolo libero nel fermentatore, puoi inserirlo in una sfera filtrante per luppolo (Hop Bomb) oppure in un cilindro filtrante (Hop Spider) con coperchio. Essendo entrambi chiusi e grazie alla rete finissima in acciaio inox, il luppolo in pellets non si disperderà neanche durante la fermentazione tumultuosa. Basterà metterli all'interno del mosto e chiudere il coperchio del fermentatore. Se utilizzi questo strumento non sarà necessario filtrare il mosto durante il travaso. 

• Filtraggio durante il travaso: come per la bollitura, è possibile filtrare il mosto nel momento del travaso grazie a un sacchetto filtrante per luppolo in pellets. Fissa il sacchetto filtrante all'estremità libera del tubo cristal (dall'altro lato andrà inserito nel rubinetto del fermentatore) senza calzarlo fino in fondo e legando i cordini ben stretti al tubo per tenere fermo il sacchetto. Come in bollitura, puoi utilizzare anche un Bouncer.  

GUARDA IL VIDEOTUTORIAL

Guarda il video tutorial "Come eliminare il luppolo in pellets" cliccando QUI


by Silvia - Birramia 

AGGIUNTA DI FRUTTA NELLA BIRRA: COSA, QUANDO, COME, QUANTO?

 


Estate: tempo di frutta fresca e variopinte macedonie...Perche' non sperimentare i gustosi e rinfrescanti sapori della frutta aggiungendola alla tua birra fatta in casa?

Il vantaggio del produrre birra artigianale fatta in casa, infatti, e' quello di lavorare con quantita' di mosto molto ridotte rispetto a quelle prodotte in un birrificio, per cui anche le quantita' di frutta sulle quali investire saranno moderate, ed il “rischio” in termini economici sara' minimo. Ci sono, ovviamente, alcune cose da tenere presenti: alcuni frutti tropicali, ad esempio, contengono un enzima chiamato bromelina che causa proteolisi, dando una birra piu' diluita con una schiuma meno persistente; puoi comunque utilizzare questi frutti, avendo l'accortezza di denaturare l'enzima scaldandoli a 80°C per circa 10 minuti prima dell'uso.
 CHE FRUTTA UTILIZZARE? 
Si potrebbe fare una lunga lista di frutta da poter utilizzare in aggiunta alla tua birra artigianale, per conferirle gradevoli fragranze esotiche e un sapore unico e speciale: dalle ciliegie ai lamponi, more e mirtilli, dall'albicocca al frutto della passione, passando per mango, fragole, datteri, uvetta, prugne e ribes neri.
 Ma in che forma usarla?

  •  Frutta secca: che si tratti di ciliegie essiccate, uva passa o qualsiasi altro frutto, la prima cosa da verificare e' che si tratti di frutta priva di additivi aggiunti. Spesso, infatti, la frutta secca e' ricoperta di polveri, oli o particolari tipi di farina perche' non si attacchi in blocchi: queste sono tutte sostanze da evitare, cosi' come i conservanti. Aggiungere sempre frutta secca assolutamente priva di additivi o conservanti. 
  • Frutta fresca: cosa c'e' di meglio che usare frutta fresca per la tua birra? Assicurati sempre che la frutta sia matura, abbia un buon sapore, e lavala bene prima dell'uso. 
  • Frutta congelata: presenta alcuni vantaggi, quali l'economicita' e la possibilita' di disporre di un'ampia varieta' di tipi anche fuori stagione. Il congelamento, inoltre, favorisce l'estrazione degli aromi rompendo la parete cellulare, ma non uccide la flora batterica presente sulla superficie della frutta, pertanto ricorda sempre di lavarla prima dell'uso. 
  • Succo di frutta concentrato (65brix): e' un metodo molto diffuso negli Stati Uniti, un sapore intenso puo' essere aggiunto direttamente alla birra senza problemi e senza spreco di birra; e' il metodo piu' semplice, sia che venga aggiunto direttamente al fermentatore o dopo la fermentazione, dando la possibilita' di testare subito il risultato. 
  • Frutta in scatola: e' un modo molto comodo di aggiungere frutta sterile alla tua birra, fa' pero' attenzione al succo o allo sciroppo in cui la frutta e' conservata, poiche' questi aggiungeranno piu' zuccheri fermentabili e piu' sapore rispetto alla sola frutta. 
QUANDO AGGIUNGERLA?
 Puoi aggiungere la tua frutta preferita in diversi stadi della birrificazione: 

  • Direttamente nel fermentatore: e' un modo per combinare fermentazione primaria ed estrazione degli aromi dalla frutta, velocizzando un po' il processo e con meno trasferimenti sia di birra che di frutta. L'inconveniente, in questo caso, e' che alcuni composti piu' delicati della frutta vengono persi a causa della fermentazione attiva. 
  • Dopo il primo travaso (tipo dry hopping): e' il metodo piu' usato, sicuramente il piu' delicato nei confronti della frutta, dando maggiori opportunita' di integrazione degli aromi nella birra. Lo svantaggio puo' essere che questo metodo, richiedendo piu' travasi, fa si' che la birra sia maggiormente sottoposta a ossigenazione, pertanto puo' risultare piu' difficoltoso a un homebrewer alle prime armi. 
  • Alla fine della bollitura: si tratta del metodo piu' comodo usato anche per spezie ed erbe aromatiche, e' utile anche con alcuni frutti per una completa sterilita'. Generalmente, si preferisce lasciare la frutta a contatto con la birra per piu' tempo, tuttavia questo metodo puo' essere molto utile per un'aggiunta di aromi meno intensi e piu' delicati. 
COME USARLA? 
Aggiungere la frutta alla tua birra fatta in casa puo' essere un po' rischioso, in quanto si va comunque ad aggiungere qualcosa di non completamente sterile a qualcosa che ci si e' impegnati a mantenere il piu' sterile possibile, ma gli esempi di mastri birrai e homebrewers che utilizzano la frutta senza mai incorrere in infezioni della birra sono innumerevoli. 
  • Frutta secca: tritala in piccoli pezzettini e immergila in acqua calda a 100°C o nel mosto a 100°C, a seconda che l'aggiunta avvenga in fermentazione primaria o secondaria, aspetta che si raffreddi e poi aggiungi sia la frutta che il succo. 
  • Frutta congelata: metti la frutta in una padella pulita e porta a 80°C, mescola per 10 minuti e poi aggiungi al fermentatore sanificato o al secondo fermentatore, facendo raffreddare prima di aggiungere il mosto o la birra.
  •  Frutta fresca: per favorire l'estrazione degli aromi, puoi mettere la frutta in freezer, in modo da provocare la rottura della parete cellulare, e poi procedere come per la frutta congelata. 

  • Frutta in scatola: versa nel primo o nel secondo fermentatore, direttamente dalla latta, dopo aver filtrato il succo, oppure insieme al succo o sciroppo se desideri un maggior quantitativo di zuccheri fermentabili e un aroma piu' intenso. Il tempo per cui dovrai lasciare la frutta a contatto con la birra varia molto a seconda del risultato che vuoi ottenere: un buon punto di partenza puo' essere una settimana. Generalmente, e' preferibile che questa fase avvenga al caldo, in modo che ciascuna rifermentazione degli zuccheri contenuti nella frutta si completi senza il rischio di esplosione delle bottiglie. E' sempre consigliabile assaggiare di tanto in tanto per ottenere l'effetto desiderato. 

QUANTA FRUTTA UTILIZZARE? Tanta! Puoi utilizzare tutta la frutta che vuoi, di piu' o di meno in base ai tuoi gusti, con una spesa non eccessiva. Diamo qui alcune indicazioni generali, ricordando che non tutti i frutti sono uguali, in base alla loro origine, alla stagione, alla tipologia, possono piu' o meno avere lo stesso effetto. Come sempre nell'homebrewing, la chiave di volta sta nella sperimentazione! 
More: 120-500 g di frutta per litro di birra 
Mirtilli: 120-350 g di frutta per litro di birra 
Ciliegie: 120-500 g di frutta per litro di birra 
Uvetta: 4.5-15 g di frutta per litro di birra
 Lamponi: 30-375 g di frutta per litro di birra 
Mango: 50-120 g di frutta per litro di birra 
Albicocca: 180-500 g di frutta per litro di birra

Come migliorare le birre da malto pronto

 La maggior parte degli hombrewers che si affacciano al fantastico mondo della birra fatta in casa per la prima volta iniziano con la tecnica meno impegnativa e più economica: il malto pronto (o da kit, o malto preparato, o luppolato, o amaricato sono tutti sinonimi). Tuttavia spesso riceviamo chiamate e leggiamo commenti nel forum di persone che chiedono, “è possibile migliorare la mia birra da malto pronto?” Ovviamente la risposta è sì.
Un homebrewer può sbizzarrirsi e divertirsi a modificare o aggiungere diversi ingredienti alle birre da kit per migliorarle, anche se alcuni consigli sono più importanti di altri. Di sicuro per ottenere il proprio scopo è fondamentale:
Un homebrewer può sbizzarrirsi e divertirsi a modificare o aggiungere diversi ingredienti alle birre da kit per migliorarle, anche se alcuni consigli sono più importanti di altri. Di sicuro per ottenere il proprio scopo è fondamentale: 

• Utilizzare due fermentatori: se sei un homebrewer alle prime armi e hai iniziato a produrre le tue birre con un solo fermentatore, sarà importante l'acquisto di un secondo fermentatore o di un contenitore per il travaso con un travasatore. Ciò ti consentirà di effettuare la fermentazione in due fasi e di migliorare notevolmente l'aspetto della tua birra, eliminando le tracce di residui e garantendo così maggiore limpidezza.

 • Sostituire lo zucchero con il Beermalt (estratto di malto non luppolato): la quantità di zucchero da cucina richiesta come aggiunta nelle istruzioni dei malti pronti è soltanto una soluzione economica di fermentabili, per far sì che la birra raggiunga la gradazione alcolica richiesta dal tipo di stile birrario scelto. Tuttavia lo zucchero, per quanto a basso costo, non è certamente la migliore scelta in quanto fermenta al 100%, cioè si trasforma completamente in alcol senza dare alcuna aggiunta aromatica. Aggiungere l'estratto di malto al kit ti permetterà invece di aumentare il corpo, la rotondità e la dolcezza della tua birra. Puoi utilizzare sia l'estratto di malto secco sia l'estratto di malto liquido in questa proporzione: 1 kg di zucchero viene sostituito con 1 Kg di estratto secco oppure con 1,2 Kg di estratto in sciroppo. Per aumentare la gradazione alcolica senza però alterare le caratteristiche della birra ottenute con la sostituzione dello zucchero, puoi utilizzare 1 Kg di estratto secco (oppure 1,2 Kg di estratto in sciroppo) con l'aggiunta di 500 gr di zucchero o destrosio.

 • Utilizzare un lievito specifico per lo stile: quasi tutti i malti pronti (sia quelli in barattolo che quelli in busta) sono compresi di una bustina di lievito “standard”. Si tratta sicuramente di un ottimo lievito che però è generico, cioè non tiene conto né dello stile né del tipo di fermentazione (bassa o alta che sia). L'utilizzo di un lievito specifico per lo stile birrario richiesto ti garantirà sicuramente una maggiore caratterizzazione della tua birra. Nel caso di birre ad alta fermentazione sostituisci la bustina di lievito generico con una di lievito specifico. Nel caso tu abbia la possibilità e la voglia di realizzare una birra a bassa fermentazione si consiglia invece l'utilizzo di due bustine di lievito (oltre che un locale o un contenitore refrigerato dove lasciare la tua birra durante tutta la fermentazione). 

Grazie a questi tre piccoli accorgimenti potrai già migliorare notevolmente la tua birra da malto pronto, ma puoi andare ancora oltre e sperimentare anche in altre fasi della birrificazione:
 • Aggiungere il luppolo per il Dry Hopping: puoi conferire maggiore aroma utilizzando la tecnica del Dry Hopping, che prevede l'aggiunta del luppolo al mosto freddo (durante la fase di fermentazione o nella fermentazione secondaria) per esaltare il profilo aromatico, gustativo e olfattivo della birra.
 • Arricchire con zucchero candito le birre Belga: in tutti gli stili di birra Belga puoi scegliere se aggiungere una piccola quantità di zucchero candito (500 gr per una ricetta da 23 lt) in piena fermentazione, per donare alla birra maggiore alcolicità e conferirgli un leggero aroma di caramello, senza però aumentarne il corpo. Nello specifico, lo zucchero candito bruno impartisce un aroma tipico e scurisce leggermente la birra. 
• Utilizzare il destrosio al posto dello zucchero per il priming: il destrosio a differenza dello zucchero da cucina ha una migliore solubilità, quindi una volta versato si scioglierà velocemente e si distribuirà uniformemente nella birra, evitando così residui e garantendo un risultato più limpido. Per personalizzare ulteriormente le tue birre e dargli una marcia in più andando al di là dello stile birrario proposto dal malto pronto, potrai arricchirle di aromi e profumi particolari, grazie all'aggiunta di spezie, erbe aromatiche o frutta, che soddisferanno la tua voglia di sperimentare:
 • Spezie, erbe aromatiche e bucce di agrumi: principalmente per aromatizzare la nostra birra con questi ingredienti viene realizzato un infuso con la spezia o le spezie scelte, portandole a ebollizione in un pentolino con ½ litro di acqua per 15 minuti. Lascia quindi raffreddare l'infuso, filtralo e aggiungilo a freddo nel fermentatore prima del lievito. Nel caso delle spezie le dosi sono generalmente di 10-15 gr di spezie totali per la produzione di 23 lt di birra, mentre per le bucce occorreranno 15-25 gr.
 • Frutta: puoi aromatizzare la tua birra con diversi tipi e formati di frutta (secca, fresca, congelata, concentrati o in scatola), potendola aggiungere in diversi stadi della birrificazione. Tuttavia questo è un argomento più complesso per il quale vi rimando all'articolo “Aggiunta di frutta nella birra: cosa, quando, come, quanto?  

by Birramia 

Tutti i consigli per produrre una Session Beer strepitosa!

 Con l'arrivo del caldo estivo si sente nuovamente parlare in ambiente birrario delle Session Beer..ma cosa si intende con questo termine? Una Session Beer è quella birra che puoi bere a più riprese e che non è invasiva, nel senso che risulta ideale per accompagnare altre attività (chiacchierare, giocare a carte o leggere un libro, ad esempio).
In particolare una Session Beer si identifica per alcune caratteristiche ben definite dal Session Beer Project di Lew Bryson:
 
1. Grado alcolico inferiore al 4,5%: il limite è stato individuato dall’autore dopo diverse riflessioni (e bevute) – inizialmente era fissato a 5,5%. Il grado alcolico indicato è secondo Bryson quello massimo oltre il quale una birra risulterebbe troppo invasiva, rendendo difficoltose le bevute in serie e alterando troppo velocemente lo stato del consumatore (ad esempio per eseguire altre attività, come una partita a carte).
 2. Aromi in equilibrio: una Session Beer può anche essere molto complessa, ma nessun aroma deve emergere in modo dominante sugli altri. Deve essere una birra gratificante, ma anche capace di restare in secondo piano quando l’attenzione del bevitore è concentrata su qualcosa di diverso. Non deve essere troppo amara, né avere altri picchi al palato: è consigliabile che scivoli via, lasciando la bocca pulita e pronta alla sorsata successiva.
 3. La birra non deve soffocare la conversazione: traducendo letteralmente il “manifesto” di Bryson, “una Session Beer non dovrebbe spingervi a interrompere la conversazione per iniziare a “nerdare” su quanto sia meravigliosa quella birra. Una Session Beer […] è qualcosa da bere mentre si chiacchiera, non qualcosa di cui parlare”.
 4. Prezzo ragionevole: una Session Beer deve essere bevuta e ribevuta in una singola sessione, dunque il prezzo deve essere adeguato al proposito. A differenza di quanto ritenuto da qualcuno, una Session Beer non è semplicemente una birra dal grado alcolico contenuto. Gli attributi sono diversi e tutti funzionali all’obiettivo finale: individuare una birra da accompagnamento, che si possa bere a più riprese senza che la sua presenza diventi invasiva, sia fisicamente che mentalmente.

 Come avrete capito, session beer è una definizione ampia, coniata apposta per includere tanti stili diversi di birra che in comune hanno le caratteristiche descritte sopra.
Vi proponiamo un interessante articolo sull'argomento tratto da Craft Beer&Brewing Magazine:
 
Abbassare il grado alcolico non significa divertirsi di meno. Ecco alcune idee per preparare – e godersi – una Session Beer strepitosa!
 Al giorno d'oggi in qualunque brew pub che si rispetti è facilissimo trovare tra le birre alla spina le cosiddette “Session Beer” - birre con grado alcolico da 3 a 5 (il limite superiore può variare a seconda della persona con cui si parla), in più stili o una versioni “light” di birre più importanti. Come bevitore di birra, sono stato a lungo un sostenitore delle birre a basso tenore alcolico, in parte perché mi piace prendermi il mio tempo e bere una pinta intera, in parte perché mi è sempre piaciuto provare più birre! Se sono interessato a birre come Strong IPA, Trappiste, Imperial Ale di ogni genere, assaggiarne più tipi diventa una cosa difficile se spero di riuscire a rimanere lucido per il resto del giorno (e forse anche per il giorno successivo)! Quando invece trovo una bitter da 3,2° sulla lista di una birreria, ecco, ho trovato la mia birra. Ma come per altri aspetti della birrificazione, bere una Session e birrificare una Session sono due cose molto diverse (e in genere birrificare è la parte più difficile). Questa settimana vi indichiamo alcuni consigli per birrificare delle Session Beer straordinarie, e anche se ogni consiglio meriterebbe un articolo a parte, questa può già essere una buona base di partenza per cominciare con il piede giusto!

NON (ESATTAMENTE) UNA QUESTIONE DI SCALA

La prima cosa da fare è capire che non si sta facendo semplicemente un ridimensionamento lineare della ricetta. Se le vostre birre da 6° richiedono generalmente una certa quantità di malti speciali, non è detto che le vostre session richiederanno necessariamente la metà di questa quantità. Infatti, dato che alla fine non otterrete lo stesso corpo e non avrete lo stesso sapore dato da una quantità di alcol maggiore, dovrete essere più coscienti degli ingredienti da inserire nella vostra ricetta […].
Generalmente preferisco creare le mie ricette per Session Beer partendo da una considerazione sui malti speciali. Una buona regola empirica è quella di utilizzare come punto di partenza  il peso di ogni malto che vorreste utilizzare e ridurlo di un quarto. Quindi ad esempio, se la vostra  American Amber Ale con OG 1,060 richiede 113 g di Crystal 120,  per la vostra Session American Amber Ale ne potrete utilizzare 85 gr. Questo andrà a significare che nel vostro grist avrete una percentuale maggiore di malti speciali rispetto ai malti base, ma non preoccupatevi di questo.
 La vostra priorità adesso è di assicurare tutti gli aromi, e se state usando dei malti caratterizzati da zuccheri non fermentescibili, allora state anche iniziando ad affrontare i problemi del corpo della birra. Un'altra considerazione va fatta riguardo alla complessità della vostra ricetta. Vi troverete molto meglio utilizzando una selezione limitata di malti speciali. Usandone una o due tipologie, queste spiccheranno particolarmente – usandone di più potreste infatti ottenere una grande quantità di aromi leggeri che creano solo confusione all'assaggio. Una volta che avrete scelto i malti che andranno a caratterizzare l'aroma, completate il vostro grist con i malti base.
Per questo tipo di ricette generalmente mi oriento su malti base più aromatici come ad esempio il Maris Otter, il Monaco e il Vienna. Evitero il Pilsner, solo perchè questo malto in genere conferisce delicate note mielose che nelle birre leggere risultano essere un po' sgradevoli (stessa cosa succede anche con il Crystal 10 e 20). Non opponete resistenza al finale secco che risulterà da una densità finale piuttosto bassa e da un basso grado alcolico. Non starete imitando la sottile dolcezza alcolica delle birre più forti: la starete solo prendendo in giro […]. La più grande sfida nelle Session Beer è proprio il grist. Questa è l'unico punto della ricetta in cui è necessario convertire in maniera significativa le quantità abituali, il resto sarà molto più flessibile.

“AMMOSTATE” LA VOSTRA STRADA VERSO IL SUCCESSO

Durante l'ammostamento andranno fatti degli aggiustamenti meno vistosi (ma comunque importanti).
Per ridurre la fermentabilità del mosto e accrescere il corpo, dovrete aumentare le abituali temperature di 1-2°C e accorciare i tempi di circa 15 minuti. Entrambi gli accorgimenti ridurranno la fermentabilità del mosto, e inoltre l'ammostamento a temperature leggermente più alte avrà come risultato la produzione di una quantità maggiore di zuccheri a catena lunga che aumenteranno anche la percezione del corpo. Potreste anche accorgervi che la vostra efficienza si abbasserà (la mia lo fa) e abbassare di 5-7 punti percentuali l'efficienza prevista dal vostro programma di calcolo vi aiuterà a centrare la densità prevista in modo più preciso.

REGOLA DELL'AGGIUNTA TARDIVA DEL LUPPOLO

Cercate di ridurre per lo meno di metà gli IBU, utilizzando la tecnica dell'aggiunta tardiva del luppolo e scegliete il luppolo più aromatico (e fresco!) che ruscite a trovare! Dico solo la metà perchè un aroma molto intenso di luppolo (specialmente nelle varietà più fruttate) puo' aumentare la percezione della dolcezza, che è una delle cose che vogliamo evitare […]. L'utilizzo di luppoli da aroma più intensi del solito (anche negli stili in cui non sono previsti) è un ottimo modo per caratterizzare il profilo aromatico, specialmente se si scelgono dei luppoli dal doppio utilizzo aroma/amaro che possono andare a riempire con il loro aroma laddove questo dovesse mancare.

NON FIDATEVI DEL “VOSTRO” LIEVITO

Potrebbe essere lo stesso tipo di lievito che utilizzate da anni. Potreste pensare che il lievito è vostro amico, ma vi tradirà. Con una quantità limitata di zuccheri fermentescibili a disposizione, la fermentazione sarà rapida, veloce e pulita. Alcuni insistono per lavorare in underpitching o per stressare il lievito in modo che quest'ultimo tiri fuori esteri o fenoli, ma credo che questo sia l'equivalente birrario di tagliare un panino con una motosega tenendolo in mano: non è una buona idea e probabilmente farà più bene che male. Prendete nota degli aromi che intendete ottenere durante la fermentazione e tirateli fuori utilizzando anche altri ingredienti, poi fate fermentare come previsto. Questi aromi caratteristici della fermentazione saranno sicuramente più delicati del solito, ma potranno essere rinforzati, ad esempio, dall'utilizzo di un luppolo molto agrumato: in questo modo si otterrà l'aroma complessivo. I rischi derivaneti dallo stress del lievito o dall'underpitching sono troppo alti – e tutti gli off-flavors che potrebbero risultarne potrebbero essere ancora più evidenti in una session beer.

CARBONAZIONE: NON CADETE AL TRAGUARDO

Infine le session beer sono ottime birre nelle quali alleggerire un po' il carico di CO2. Riducete i livelli consueti di carbonazione a circa la metà di contenuto di CO2 e otterrete due grandi risultati: in primo luogo migliorerete la percezione del corpo e secondariamente ridurrete il particolare gusto che l'acido carbonatico generalmente lascia (e che non è particolarmente desiderabile!) […]




by Samara - Birramia

mercoledì 28 giugno 2023

11 Trucchi per ottenere una birra più limpida

 La moda del momento sembra essere quella di creare birre sempre più torbide, basti dare uno sguardo alle NEIPA oppure alle Milkshake IPA per rendersene conto. La stessa Brewer's Assosacion ripudia le birre eccessivamente torbide, etichettandole come “difettose” in quanto l'effetto Haze comporta diverse problematiche, soprattutto di conservazione. Nonostante il dibattito acceso in questi ultimi anni, la limpidezza rimane un cardine della storia brassicola e moltissimi stili ne fanno l'obiettivo principale.

 Come facciamo quindi ad ottenere una birra limpida?

Per te abbiamo individuato ben 11 consigli per ottenere una birra limpida, che coprono tutte le fasi della birrificazione, ma prima è bene capire le cause della torbidità:
 
• Tannini: composti contenuti nel guscio dei grani d’orzo, che vengono estratti durante l'ammostamento. 
 Proteine: contenute principalmente nel malto base Pilsner, nei malti scuri o di frumento, e nei cereali non maltati come avena e fiocchi d’orzo. 
• Lieviti: possono rimanere in sospensione nella birra una volta completata la fermentazione. 
• Infeziona batterica: se l'attrezzatura non è stata correttamente sanificata o se ci sono estati errori durante la birrificazione. Per evitare questo genere di problemi consiglio di leggere l'articolo “Errori durante la birrificazione - Infezioni della birra: se le conosci le eviti”.  
I birrifici industriali utilizzano filtri appositi e la tecnica della pastorizzazione per rendere la birra incredibilmente limpida. Se sei un homebrewers ti tranquillizzo subito: non serve ricorrere alla pastorizzazione per arrivare al tuo scopo. Per ottenere una birra quanto più limpida possibile a casa tua i fatti puoi intervenire in 4 modi:
 
• usare gli ingredienti giusti e prepararli nel modo corretto; 
• fare in modo che i residui si coadiuvino sul fondo; 
• eliminare quanti più residui possibili; 
• utilizzare dei coadiuvanti per la chiarificazione. Andiamo però a vedere nello specifico questi 11 trucchi per ottenere una birra limpida. Potrai ovviamente utilizzare uno o più consigli, oppure sperimentarli di cotta in cotta. Alcuni possono essere applicati solo da chi fa birra All Grain, altri invece possono interessare anche coloro che fanno la birra da estratto luppolato.  

11 TECNICHE PER UNA BIRRA LIMPIDA

SOLO ALL GRAIN: 
1. Macina i grani nel modo corretto: Se macini i grani a casa tua devi sapere che il malto non deve essere triturato, ma semplicemente spezzettato per “aprirlo”: apparentemente il chicco dovrebbe apparire quasi integro, ma si dovrebbe aprire con facilità con una leggera pressione del dito. Una macinatura troppo fine aumenta la dispersione di farina nel mosto, con conseguente torbidità.
 2. Usa malti a basso contenuto di proteine: I grani ad alto contenuto proteico aiutano a migliorare schiuma e corpo della birra, ma ne aumentano anche la torbidità. Se la birra che stai brassando deve essere chiara e limpida, utilizza unicamente la quantità di malti proteici strettamente necessaria 
3. Effettuare una sosta per la Proteolisi: Il malto Pilsner ha di per se un elevato contenuto proteico, eppure viene utilizzato per la produzione di birre chiare e limpide come le Pils. Per questo è necessario effettuare un Protein Rest a 52°C per circa 10-15 minuti.  Utile anche con l'uso di malti di frumento oppure cereali non maltati come avena o riso.
 4. Aggiungi la Lolla di Riso nell'ammostamento: La lolla è l'involucro esterno del chicco di riso, che può essere aggiunta già all'impasto dei malti e/o sulla base del filtro durante lo sparging. La lolla non altera in nessun modo le qualità organolettiche della birra, ma aiuta a filtrare il mosto con risultati veramente eccezionali.


ALL GRAIN E E+G:
 5. Utilizza l'Irish Moss a fine bollitura: Queste alghe nordiche essiccate facilitano la coagulazione e la sedimentazione di proteine e impurità. Va aggiunto gli ultimi 15 minuti di bollitura e va poi filtrato con un colino a trama fitta quando si effettua il travaso nel fermentatore. 
6. Raffredda velocemente il mosto Raffredda quanto più velocemente possibile il mosto, aiutandoti con una serpentina o con un sistema di raffreddamento a controflusso, per favorire la formazione di depositi sul fondo. Meno tempo impieghi per portare il mosto dalla temperatura di bollitura a quella di fermentazione meno residui di tannini e proteine rimarranno in sospensione. Chi usa sistema di raffreddamento a controflusso deve effettuare il whirlpool prima del raffreddamento. Chi raffredda con la serpentina invece può effettuare il whirlpool direttamente a mosto freddo.


ALL GRAIN, E+G, BIRRE DA KIT: 
7. Utilizza un lievito ad alta flocculazione La flocculazione è la tendenza del lievito ad unirsi in coaguli più o meno consistenti durante la fermentazione. Maggiore è la flocculazione del lievito, più i residui tenderanno a coagularsi per poi precipitare sul fondo del fermentatore. 
8. Effettua la fermentazione in due fasi Quando la fermentazione si è appena conclusa e il mosto ha raggiunto la FG, effettua un travaso in un secondo fermentatore, e lascia fermentare ancora per 7 giorni. Questo consentirà di eliminare la gran parte dei residui generati nella fermentazione primaria e di avere una birra più limpida. 
9. Travasa prima di imbottigliare Oltre a facilitare l'aggiunta dello zucchero per il priming, effettuare un travaso in un altro fermentatore prima di imbottigliare, permette di eliminare tutti i residui sul fondo. Nella fermentazione a due fasi è un passaggio obbligatorio, ma si può fare anche se hai utilizzato un solo fermentatore. 
10. Abbassa la temperatura del fermentatore prima di imbottigliare Circa 24 ore prima di imbottigliare, abbassa la temperatura del mosto portandola a circa 3-5°C, per agevolare la precipitazione dei residui in sospensione. L'ideale sarebbe utilizzare un frigorifero o un pozzetto. Per far in modo che il lievito non sia eccessivamente stressato o che si addormenti impedendo il priming, tira fuori il fermentatore dal frigo un paio di ore prima di imbottigliare. 
11 Conserva le bottiglie al freddo e in verticale dopo la gasatura Le bottiglie durante la maturazione della birra vanno conservate alla stessa temperatura di lavoro del lievito utilizzato. Quando però la maturazione sarà soddisfacente (la birra avrà sviluppato secondo il nostro gusto la giusta frizzantezza e sapore), conserva le bottiglie in frigo e in verticale, altrimenti i residui di lievito rimarranno in sospensione rendendo la birra torbida. Per sapere quando la birra ha raggiunto il giusto livello di maturazione l'unico modo è quella di assaggiarla. Il tempo richiesto per la maturazione che trovi nelle ricette/kit è assolutamente un tempo minimo indicativo, un po' come il tempo di cottura della pasta. Trascorso questo tempo minimo ti basterà assaggiare la birra e se il livello di gasatura non ti soddisferà, basterà lasciarla maturare ancora per poi assaggiarla nuovamente.    Si potrebbero anche utilizzare dei chiarificanti specifici che consentono di eliminare o coagulare le cellule, però personalmente ritengo che la birra dovrebbe essere il più naturale possibile e questo genere di aggiunte non mi piace. Le tecniche descritte in questo articolo permettono già di ottenere dei risultati eccellenti. Lasciamo i chiarificanti ai birrifici commerciali.  

11 TECNICHE PER UNA BIRRA LIMPIDA - VIDEO

Questo articolo è un approfondimento del video "11 Tecniche per una birra limpida" che puoi vedere cliccando QUI


by Silvia - Birramia 

Come macinare il malto per birra in modo corretto


 Se vuoi produrre birra artigianale con la classica tecnica All Grain, il primo passo è quello della macinatura del malto, sia esso d'orzo, di frumento o di cereali non maltati. Questa operazione in apparenza banale riveste una notevole importanza: una macinatura non appropriata può essere causa di problemi di vario tipo nelle fasi produttive successive o di aspetti organolettici indesiderati nella birra finita. Il cereale maltato va macinato grossolanamente, affinché il chicco si apra e sprigioni tutto l'amido in esso contenuto. Durante la bollitura infatti, l'acqua penetrerà all'interno del chicco attivando i vari enzimi fondamentali durante la fase di ammostamento per generare il materiale fermentabile. Il chicco quindi va solo “aperto” e non ridotto in farina. Apparentemente deve sembrare quasi integro, ma schiacciandolo appena si dovrebbe aprire.

La giusta macinatura del malto

Ma perché è tanto fondamentale la macinatura del malto? 
È importante non ridurre il malto completamente in farina per 3 ragioni: 
• Sparging a rischio: la scorza del chicco deve rimanere integra perché sarà la protagonista della fase di sparging. Infatti il vero e proprio elemento che fa da filtro durante il processo del “lavaggio delle trebbie” è la scorza del malto e non può essere sostituito. Lo sparging è un passaggio obbligatorio per produrre la birra.
 • Torbidità della birra: la macinatura media potrebbe lasciare quasi intatti le scorze, ma se il cuore del chicco viene sfarinato troppo, verrà aumentata la dispersione delle farine nel mosto, che saranno più difficili da eliminare anche con un corretto Sparging, portando ad una conseguente torbidità della birra. 
• Difetti gustativi: nella scorza del malto sono contenute sostanze indesiderate, come i tannini, che, per il motivo sopra detto, non si riuscirebbero a filtrare durante lo sparging. La birra finita potrebbe risultare troppo astringente, dando la sensazione al palato come quella prodotta dal succo di limone. Non pensavi che una semplice macinatura non corretta potesse portare tutti questi problemi vero? Ovviamente una piccola percentuale di farina ci sarà sempre: questa non va assolutamente setacciata prima dell'ammostamento, in quanto si tratta pur sempre di materiale fermentabile. Bisognerà semplicemente fare più accortezza nelle fasi di filtraggio.

Come si fa per macinare il malto e soprattutto a ottenere la giusta macinatura?

1. Compra del Malto già macinato

2. Acquista un mulino per malto e grano

Non è una prerogativa di molti homebrewers però sicuramente se produci moltissime birre durante l'anno, ti conviene acquistare un mulino

3. Usa il metodo Casalingo

Accade più spesso di quello che si pensa di ordinare del malto e dimenticarsi di selezionare l'opzione di macinatura. Se a casa non si disponi di un mulino, in alternativa a tutto puoi utilizzare un semplice quanto faticoso metodo casalingo: metti i grani in un sacchetto da congelatore, chiudilo e inizia a pestare i chicchi con un mattarello o con un batticarne, facendo attenzione a rompere semplicemente i chicchi, senza produrre farine.

La moda del momento sulla macinatura del malto

Ultimamente va molto di moda inumidire i grani prima di macinare il malto con il mulino, in quanto le bucce diventano più flessibili e tenderanno a spezzarsi senza sfarinare. Questo procedimento di macinatura ha due difetti: 
• il malto va macinato subito prima dell'utilizzo, perché altrimenti l'umidità non si fermerà alla sola scorza, ma penetrerà anche nel cuore del chicco, rendendo difficoltosa la macinatura; 
• il mulino che utilizzi con i grani bagnati deve essere pulito maniacalmente, altrimenti i residui dei chicchi bagnati genereranno muffe all'interno dello stesso mulino. Inoltre, se i rulli e i cuscinetti del mulino non sono in acciaio inox faranno la ruggine. Personalmente mi sembra che i rischi siano superiori al vantaggio, anche perché ci sono metodi molto più efficaci per filtrare successivamente la birra e renderla quanto più limpida possibile senza complicarsi troppo la vita. Se vuoi conoscerne alcuni leggi l'articolo “11 trucchi per ottenere una birra più limpida”.

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by Silvia - Birramia 

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